Step#33- La sintesi finale

Eccoci giunti alla fine di questo blog: è stata un'esperienza lunga e piena di ostacoli (o meglio, di step) ma sicuramente molto soddisfacente e interessante.
La trattazione è partita dalla città di Termoli, che si trova in Molise e si affaccia sul Mar Adriatico; questa città, oltre che nelle cartine geografiche, è presente nella letteratura (le è stato interamente dedicato un libro riguardante la sua storia) e in alcune leggende (soprattutto di estrazione popolare), oltre ad essere stata l'ambientazione di un film e ad essere addirittura citata dall'imperatore Federico II di Svevia! Dopo questa introduzione, sono stati analizzati gli oggetti che hanno un legame più o meno diretto con la città, e uno di questi ha avuto il privilegio di essere descritto in questo blog: si tratta dell'orologio da tasca.
L'orologio da tasca, essendo un oggetto diffuso in tutte le culture e in tutti i Paesi del mondo, assume vari nomi ed è protagonista di molti proverbi, riguardanti soprattutto lo scorrere inesorabile del tempo e il valore di esso.
L'orologio da tasca assume molteplici fisionomie, per cui è necessario fare una tassonomia dello stesso e osservare che, appartenendo alla categoria più generale degli "orologi", nel tempo ha assunto forme molto diverse da quella che lo contraddistingue (la famosa "cipolla").
Siccome questo è un blog della "cosa", si è analizzata nello specifico la materialità dell'orologio: esso può essere realizzato con materiali di basso costo (vetro o plastica) o materiali preziosi (oro e argento) . L'orologio da tasca è un oggetto molto complesso, costituito da una serie di ingranaggi che simboleggiano gli enormi sviluppi raggiunti dalla tecnica e della meccanica nella storia umana, soprattutto per lo sforzo teso a miniaturizzare i suoi elementi interni e a raggiungere una precisione cronometrica per il movimento delle lancette. Questo sviluppo continua ancora ai nostri giorni, tant'é vero che alcuni brevetti riguardano l'orologio da tasca, nonostante esso venga spesso visto come un reperto storico, sepolto dalla polvere e dalla vecchiaia.
Oltre alla dimensione tecnica e fisica l'orologio da tasca ha una forte dimensione simbolica, in quanto rappresenta la memoria e la preziosità del tempo, di cui bisogna farne buon uso perchè non è disponibile in quantità infinita. Questa dimensione simbolica si ritrova anche nell'arte, tant'è che l'orologio da tasca è protagonista di uno dei quadri più famosi del Novecento; nella letteratura, soprattutto nei romanzi dell'800; nel cinema, per la sua aria affascinante che si adatta bene a trame misteriose e ricche di colpi di scena; persino sui francobolli. L'orologio da tasca si trova addirittura nei fumetti (sotto forma di tesoro) e nella cucina (sotto forma di torta), aggiungendo un po' di gusto (è il caso di dirlo!) alla sua natura multiforme.
L'orologio da tasca ha anche una natura scaramantica, testimoniata dalla sua presenza nella cabala napoletana.
L'orologio da tasca, come è stato spiegato in questo blog, è uno spaccato della storia umana: con esso si possono compiere numerose azioni (non solo materiali, come si potrebbe pensare) e, come la stessa umanità, è soggetto ad una continua evoluzione.
Per racchiudere gli innumerevoli argomenti di cui è protagonista l'orologio da tasca, mi sono permesso di redigere un abbecedario dove si toccano tutti gli aspetti riguardanti l'orologio da tasca, soprattutto per quanto riguarda il suo ruolo nella cultura generale; se si volesse gettare uno sguardo più schematico, si può consultare questa mappa; se, invece, si vuole fare una panoramica generale ma più concisa, la nuvola dei nomi fa al caso vostro.
E così, dopo aver compiuto questo viaggio alla scoperta dell'orologio da tasca (e del mio rapporto con esso), ora tocca a voi, lettori, partire all'avventura: come prima tappa, che ne dite di un salto al museo, accompagnati da nientedimeno che Enrico VIII d'Inghilterra?

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