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Visualizzazione dei post da novembre, 2019

Step#11-La tassonomia della cosa

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In queste due immagini viene presentata la tassonomia dell'orologio da taschino e la sua evoluzione tecnologica e morfologica. Come si può notare nella prima immagine, l'orologio da tasca ha fatto da "trampolino di lancio" per la diffusione degli orologi da polso, i quali a loro volta si sono evoluti in orologi digitali e in smartwatch, gli orologi che assumono anche alcune funzionalità tipiche dei telefoni cellulari. Nella seconda immagine viene presentata una tassonomia più generale dell'orologio da taschino: essa parte dalla clessidra e dalla meridiana (gli antenati di tutti gli orologi), per arrivare agli orologi a cucù e a pendolo, passando per gli orologi da esterni (in particolare nelle stazioni) e le sveglie con il tipico "martelletto", per arrivare infine agli orologi digitali e ai cronometri.

Step#10-I proverbi della cosa

In questo post si elencano i proverbi, gli aforismi e le citazioni che riguardano gli orologi da taschino: bisogna dire che, nonostante la maggior parte delle frasi qui presentate si riferiscano per lo più all'orologio in generale, esse si adattano bene anche alle caratteristiche e all'impatto culturale che l'orologio da taschino ha avuto e continua ad avere nella società. L’universo mi mette in imbarazzo e non posso pensare che questo orologio non abbia il suo orologiaio. (Voltaire) Anche un orologio fermo segna l’ora giusta due volte al giorno. (Proverbio popolare) Gli orologi sono rispetto al tempo ciò che un dizionario è rispetto al linguaggio. (Jordi Doce) Gli uomini bianchi hanno gli orologi ma non hanno il tempo. (Proverbio africano) La decadenza dell’umanità è incominciata con la misurazione del tempo, le meridiane, il calendario, la clessidra… fino alle tristezze inoppugnabili dell’orologio. Nessuno stato di grazia sopravvive alla coscienza di che

Step#09-I nomi della cosa

Qui viene presentata una carrellata delle traduzioni del nome "orologio da taschino" in varie lingue parlate nel mondo: Italiano: "orologio da taschino" Inglese: "pocket watch" Francese: "montre de poche" Tedesco: "taschenuhr" Spagnolo: "reloj de bolsillo" Portoghese: "relogio de bolso" Greco: "ρολόι τσέπης" Russo: "карманные часы" Cinese: "懷錶" Giapponese: "懐中時計" Arabo: "ساعة الجيب" Per redigere questo elenco, mi sono servito del servizio di traduzione "Google Traduttore". In  questo link  vi sono le traduzioni del termine "orologio" in alcuni dialetti italiani.

Step#08-La cosa

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La descrizione dell'oggetto legato al luogo riguarderà un orologio da taschino che mi è stato regalato dopo averlo acquistato ad un mercatino dell'usato a Termoli tanti anni fa. Ho scelto questo oggetto sia perché mi permette di avere un legame materiale concreto con la città di Termoli, sia perché esso ricorda, nelle sue fattezze (ovviamente facendo le dovute proporzioni), l'orologio del Castello Svevo (il simbolo della città), creando così un legame immateriale e affettivo tra me e Termoli. Questo oggetto, oltre che avere un legame con Termoli, ha anche un significato simbolico forte, perchè è un regalo dei miei nonni.

Step#07-Un film

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La città di Termoli ha fatto da sfondo per le scene iniziali del film "Isole"(2011), mentre il prosieguo è ambientato nelle Isole Tremiti (isole situate a ridosso della città). Il protagonista è Ivan, un muratore albanese che lavora alle Isole Tremiti e viene continuamente vessato dai suoi capi. Nel tentativo di ribellarsi a questo sfruttamento viene aggredito da tre abitanti del luogo e viene soccorso solamente da una ragazza di nome Martina, una persona molto introversa e la cui passione è osservare le api. Ivan viene ospitato da don Enzo, il tutore di Martina, nella casa canonica dove lui e quest'ultima alloggiano: da qui nascerà una storia d'amore tra Martina e Ivan.

Step#06-Il nome del luogo

L'origine del nome "Termoli" non è certa e nel tempo sono state formulate diverse ipotesi. Alcuni hanno suggerito che il nome antico della città fosse "Terma", che indica una zona di confine (di termine, appunto): per confermare ciò, gli storici ricordano che in epoca medievale la città di Termoli era posta al confine dei territori posseduti dai monaci di Montecassino (nel sud dell'attuale Lazio). Un'altra ipotesi fa riferimento al fatto che il nome "Termoli" deriva dalla presenza di terme situate nella località Rio Vivo, il quartiere alla periferia sud della città. Un'ulteriore spiegazione fa risalire il nome "Termoli" alla dicitura "Tres moles", dal latino "tre torri", che poi è mutato in "Ter molitus": queste tre torri sono la torre di Rio Vivo, il Castello Svevo (il simbolo della città) e la torre fortificata nella zona nord della città. Per approfondire questo tema, si consiglia di consultar

Step#05-Il mito

La città di Termoli è ricca di miti e leggende che la riguardano e che fanno riferimento in particolare alla sua tradizione di città portuale. _La campana di Santa Caterina Si tratta di una campana trafugata dai Saraceni durante il saccheggio di Termoli del 1566 e accidentalmente caduta in mare. Secondo la tradizione, l'intensità dei suoi rintocchi indicherebbe la forza delle onde del mare e sconsiglierebbe ai pescatori di avventurarsi durante le imminenti burrasche. Una versione leggermente differente afferma che la campana fosse già in acqua prima dell'assedio e che i suoi rintocchi fossero un monito ai Saraceni per convincerli a non saccheggiare Termoli, ma essi cercarono di rubare la campana: la campana, tuttavia, affondò con il suo peso se stessa e la nave dei Saraceni, "vendicandosi" del furto subito. _Le apparizioni di San Giovanni Questa leggenda afferma che, il 24 giugno di ogni anno, San Giovanni appaia all'alba sul mare e benedica le acque della c