Step #02- Le cose

Termoli è una città dalla spiccata vocazione marinaresca, e ciò si riflette anche negli oggetti tipici che la caratterizzano; tra questi si possono annoverare il  legno del pino d'Aleppo e la rete da pesca.
Il pino d'Aleppo è un albero tipico della costa mediterranea, più in particolare della bassa costa adriatica (di cui Termoli fa appunto parte), il quale ha una corteccia di colore rossastro e dallo spessore crescente andando verso le radici. Il suo legno è facilmente modellabile, elastico e resistente alla salsedine, motivo per cui è diventato il materiale adatto a costruire i trabucchi. I trabucchi sono imponenti macchine da pesca che si protendono sul mare e che, nella loro fisionomia, assomigliano alle palafitte. Dai trabucchi si dipartono due lunghi bracci di legno, detti "antenne", che sostengono una rete da pesca a bilancia (cioè a maglie strette) chiamata gergalmente "bilancione". La rete viene calata in acqua e risollevata dopo la pesca da un sistema di argani che può essere elettrico o manuale. In genere sul trabucco operano quattro uomini, chiamati "traboccanti", i quali hanno il compito di avvistare i banchi di pesce e calare la rete il più velocemente possibile.

In questa immagine sono ben visibili il legno d'Aleppo che costituisce la struttura del trabucco e le reti da pesca (chiamate anche "bilancioni") fissate alle caratteristiche "antenne"

Passerella che permette l'accesso dalla spiaggia al trabucco. Il legno d'Aleppo, in virtù della sua elasticità e della sua resistenza alla salsedine, permette di costruire strutture di dimensioni considerevoli come quella in figura
Oltre a questi due oggetti, che indubbiamente rappresentano al meglio Termoli, se ne possono trovare altri: ad esempio, nei vicoli del centro città ci sono molti negozi artigianali che vendono prodotti in porcellana o in ceramica (campanelle, piatti raffiguranti Termoli o il paesaggio molisano in genere, ecc...) così come si possono trovare molti mercatini dell'usato dove si possono acquistare oggetti di uso quotidiano. Proprio da questi mercatini proviene la cosa che verrà descritta nel prosieguo del blog: un orologio da tasca.

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